Lasciamo per un attimo i commissari Ricciardi e Lo Iacono, per questo nuovo libro di De Giovanni che vede come protagonista Massimo, ex insegnante di matematica, la cui vita che si svolge tra eventi su cui esercitava pieno controllo con una sua logica attenta e razionale, viene letteralmente stravolta da una tragedia.
Il professore l’affronta inizialmente, ricercando dentro e fuori, le tracce di una disperazione che non riesce a trovare.
Ma di fronte al nipote, in fin di vita e in coma, troverà la forza di aprire il suo cuore, lui noto sociopatico che sta bene quando è solo, si ritroverà a parlare al piccolo della sua amata matematica. Il matematico, dice, va al di là. Guarda le relazioni, i rapporti, mette a confronto e trova le leggi, le regole.
Massimo gli parlerà di sentimenti, attraverso la matematica, sentimenti che si basano sull’intuito, ma l’intuito altro non è che rapidità di calcolo, velocità di esame di una questione. Tutto ritorna sempre alla matematica.
Una storia che aveva i presupposti per essere mielosa e stucchevole, l’atavico conflitto tra cuore e ragione, diventa un mistero da risolvere.
Il finale? Aperto. Lo immagino a modo mio.
A parte la matematica, che mai è stata la mia passione, sono un’umanista io nel profondo, (non me ne voglia la mia prof), come sempre De Giovanni non sbaglia.
