L’educazione delle farfalle, Donato Carrisi

Serena, la protagonista del romanzo, è lo “squalo biondo”, spietata broker di Milano che ha fatto arricchire tanti clienti con il suo fiuto per gli affari e se stessa. Pochi amici, non ha legami con la famiglia, vive in un grattacielo guardando tutti dall’alto, una vita ordinata e rigidamente controllata, dove non c’è spazio per imprevisti, come una gravidanza inattesa. Diventare madre e’ l’ultima cosa che pensa di fare. Ma quando accade, da padre ignoto, superato il limite di legge per poter procedere con un’interruzione, Serena diventa madre di Aurora, non sentendosi adatta nel ruolo di madre. 

A Vion, in Svizzera, dove Aurora viene mandata per una settimana scoppia un incendio, e delle 12 bambine presenti solo una non si trova, risulta dispersa e purtroppo si tratta di Aurora. 

Quella figlia accettata con fatica, e data per dispersa, porterà Serena ad una lunga discesa negli inferi. Serena non si arrende, l’istinto le dice che c’è dell’altro. Partirà per Vion, un’affannosa ricerca della verità, si scontrerà con una comunità chiusa, con silenzi, ostilità, personaggi strani, si metterà in pericolo. È proprio tutto questo le farà sorgere quell’istinto materno mai posseduto. 

Serena compie il suo percorso, e’ il personaggio principale di cui leggiamo la sofferta evoluzione. 

Carrisi mi piace, ho letto altri suoi libri e mi ha sempre tenuta attaccata alle pagine. Lo stile e’ sempre molto fluido e scorrevole. Ma sul finale bisogna accettare una spiegazione che poco ha a che fare con la realtà. E questo elemento direi non mi fa dare un voto pieno al libro. 

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